sabato 28 gennaio 2012

Avatar: un giudizio intermedio


Premessa

In Italia questo film è uscito quasi un mese dopo il resto del mondo, per lasciare spazio all’invasione nelle sale dei cinepanettoni nostrani, che, come d’abitudine, ci rovinano il periodo natalizio. Alla fine, dal punto di vista economico, ci hanno guadagnato un po’ tutti...

Mi devo scusare con tutti voi per il ritardo con cui giunge questa recensione, ma sono stato impegnato totalmente in un lavoro universitario improcrastinabile.

 Recensione

L’ultima opera di James Cameron, può essere sintetizzata così: ottime scene, un’utilizzo tecnologico rivoluzionario (grafica 3d della Weta) e una trama poco originale e superficiale. Il risultato: un piacevole intrattenimento lungo ben 2 ore e 40 min.

        Non c’è dubbio che l’estetica sublime delle scene costruite dal team della Weta lascia a bocca aperta: mai si sono così ben confuse con la realtà immagini rielaborate e o costruite al computer. Dal punto di vista tecnologico quindi, Avatar è davvero rivoluzionario. Ormai non si nota più la differenza tra attori reali e virtuali, tra fondali costruti dai calcolatori e soggetti umani in primo piano. Gli ultimi tre episodi (i primi però secondo l’ordine della saga) di Star Wars non reggerebbero il confronto con Avatar.

        Ciò che invece non convince per niente è la storia in sè. Va bene che Cameron ha dichiarato che si trattava di una rivisitazione tecnologica della storia d’amore di Pocahontas, ma sembra più che si sia ispirato al film della Disney che a quello, stupendo e struggente, di Terrence Malick (The New World, 2005). Inoltre, la storia personale del protagonista Jake, ricorda molto quella narrata in Balla coi lupi. I personaggi sono solo abbozzati (forse volutamente per lasciare spazio ai sequel, di cui già cominciano ad uscire indiscrezioni), lo scontro tra civiltà e mondo selvaggio è banalizzato, le sequenze finali di battaglia fanno sorridere (per non parlare della scopiazzatura dell’attacco degli elicotteri da Apocalypse Now). I temi trattati sono importanti (come l’ambientalismo, l’incontro tra civiltà diverse, l’amore e il superamento dei limiti umani), ma potevano essere presentati in maniera ben più seria.

        Cameron è stato bravo a creare un mondo, Pandora, davvero sorprendente, abitato dai simpatici Na’vi. Buona parte del film è dedicata proprio ad essi, come se si trattasse di un documentario antropologico: vengono descritti gli usi, i costumi, le loro credenze, ecc. Ma, è evidente, che ci si è ispirati ampiamente, a parte la lingua creata ex novo, ai caratteri elementari di ogni società semplice, come i nativi americani: l’animismo, il culto della dea Madre o della Natura, il matriarcato (prevalenza ancestrale del femmineo sull’elemento maschile), le prove d’iniziazione all’età adulta, l’uguaglianza economica e la divisione in clan. L’unica novità è stata quella della comunicazione biologica tra Na’vi e gli altri esseri viventi.

        Anche lo scontro su un pianeta incontaminato tra una razza umana avanzata ed una aliena “arretrata” non è una novità: cito il VI episodio di Star Wars (Il ritorno dello Jedi) in cui i simpatici Ewoks, abitanti di Endor, si trovano a fronteggiare con archi e fionde le truppe imperiali e a difendere le proprie abitazioni sugli alberi.

        Insomma, possiamo definire Avatar un film divertente per tutta la famiglia, che ha rimescolato molti ingredienti già visti alla luce di una tecnologia rivoluzionaria. L’operazione economica è riuscita (circa 300 milioni di dollari spesi e più di 2,3 miliardi di dollari incassati), così come l’intento di diffondere la visione in 3d. Seppur candidato a numerosi Oscar, a mio giudizio Avatar si merita solo di vincere i premi tecnici per gli effetti speciali, la fotografia e la scenografia. Dal punto di vista della conduzione della regia, non c’è molto da dire, visto lo stile “neutro” utilizzato e la mancanza di virtuosismi stilistici.

        In conclusione, il mio giudizio su questo attesissimo film è da bicchiere mezzo pieno. Nella querelle scoppiata tra chi sotiene che il film sia un capolavoro e chi lo ha denigrato, io mi schiero nel mezzo, giudicandolo un buon film, divertente, coinvolgente, ma niente più.

 VOTO: votovotovotovoto


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(già pubblicato il 27/02/2010 su Mondoattuale)

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