martedì 24 gennaio 2012

The Reader


The  Reader è allo stesso tempo un film drammatico e storico. Infatti il senso di colpa del popolo tedesco per i crimini nazisti s’intreccia con la storia personale del protagonista, Michael, che s’innamora morbosamente di Hanna, una donna misteriosa molto più anziana di lui. Il film di Stephen Daldry è tratto dal famoso libro del tedesco Bernhard Schlink (A voce alta), che, uscito nel 1998, ha provocato un vero e proprio caso in Germania.

Il film è costruito su tre blocchi. Nel primo, ambientato negli anni ’50, l’adolescente Michael (David Kross) incontra la trentenne Hanna (Kate Winslet) e i due stabiliscono una relazione basata sul sesso accompagnato dalla lettura di classici, letti dal giovane per Hanna. Improvvisamente però la loro relazione si interrompe per la scomparsa di Hanna. Nel secondo blocco invece si va negli anni ’60, quando Michael, studente di giurisprudenza, ritrova Hanna imputata in un processo con l’accusa di aver ordinato una strage di ebrei nel ruolo di kapò. Questa è la parte cruciale della storia: infatti Michael non solo scopre chi era veramente la donna di cui si era innamorato, ma anche quale segreto nascondeva oltre al suo oscuro passato. Hanna è analfabeta: pur di non confessarlo in tribunale, si assume tutta la colpa della strage e viene condannata all’ergastolo. Nell’utimo segmento della storia, vediamo i protagonisti ormai invecchiati: Michael (Ralph Fiennes), che ha sempre problemi con le donne, decide d’inviare dei nastri ad Hanna in cui ha registrato la lettura di alcuni libri. Hanna impara così gradualmente a leggere e a scrivere in carcere. Nel finale, i due si rincontrano, ma Hanna non sembra pentita del suo passato da nazista. Seppur ormai alfabetizzata, rimane però analfabeta sul piano morale e il suo epilogo è tragico.                                                                                                                                                                                                                                         
Mi soffermo ora su due momenti fondamentali del film. Il primo è la scena in cui gli studenti di giurisprudenza, Michael compreso, assieme al professore (Bruno Ganz), si domandano se l'etica sia superiore alla Legge o, come diceva Socrate, occorra in ogni caso obbedire alle leggi, anche se ingiuste. Questa fu però la giustificazione di molti nazisti: per discolparsi affermarono di aver obbedito solo agli ordini dei loro superiori, come tanti burocrati. Questa parte del seminario simboleggia la condanna storica della generazione del '68 tedesco contro i "padri", che avevano preferito dimenticare i crimini nazisti e la loro responsabilità collettiva. L’altro momento fondamentale è il finale: secondo me Hanna non si è pentita dei crimini compiuti, ma ha avuto solo paura del mondo esterno, dopo tanti anni passati in carcere. Forse, proprio perchè non prova nessun senso di colpa per il suo passato (analfabetismo morale) non se la sente più di vivere.
                                                          
Seppur la storia sia molto interessante e gli attori siano tutti eccellenti, il film non è un capolavoro: poteva essere realizzato in modo migliore. Non condivido per esempio la scelta del regista di dedicare ben 40 minuti al rapporto morboso tra i due protagonosti: il risultato è di annoiare lo spettatore ripetendo più volte la stessa scena. Inoltre, sembra quasi brutale la differenza tra questa parte erotica del film con il resto, in cui compaiono temi profondi e la narrazione si imprime di forte drammaticità. Infine, possible che manchino del tutto i flashback dei due protagonisti, di Hanna in particolare? Da apprezzare invece il fatto che la storia di Hanna sia raccontata in modo imparziale, senza demonizzarla per le sue colpe. Infatti il film più che fornire risposte su come superare il senso di colpa, personificato da Hanna, ma estendibile a tutto il popolo tedesco, offre invece molti interrogatvi, stimolando la riflessione degli spettatori.

Kate Winslet ha vinto con questo film l’Oscar 2009 come migliore attrice e il Golden Globe come miglior attrice non protagonista.

 VOTO: 

 (già pubblicato il 19/04/2009 su Mondoattuale)

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