venerdì 27 gennaio 2012

The Wrestler


Forse il film più sorprendente del 2009, The Wrestler, diretto da Darren Aronofsky, narra la storia di un ex campione di wreslting degli anni ‘80 di nome Randy Robinson, detto Ram ossia “ariete” (interpretato magistralmente dal redivivo Mickey Rourke), che conduce un’esistenza ai limti dell’emarginazione sociale. Senza famiglia, lasciata quando la figlia era ancora piccola, senza amici e senza molti soldi, ormai sulla mezza età, Ram deve guadagnarsi da vivere lottando in incontri di infima categoria. L’unico conforto umano arriva dall’amica spogliarellista Cassidy (Marisa Tomei), che però non vuole confondere la vita sentimentale con il lavoro. Ram ,dopo un infarto, cerca di cambiare stile di vita: si trova un impiego troppo tranquillo in un supermercato, cerca di riallacciare i rapporti con la figlia, ormai adulta e soprattutto comincia a coltivare il desiderio di mettersi insieme alla sua amica e redimerla. Sembra quindi che la vita del protagonista possa finalmente migliorare verso la metà della pellicola. Ma Ram fallisce su tutti i fronti e decide, pur sapendo di andare incontro alla morte, di tornare a combattere sul ring, almeno per un ultima, eroica volta...

  Il finale del film è segnato da una lunghissima sequenza di lotta, in cui ad ogni colpo preso dal protagonista si percepisce il dolore ricevuto e lo spettatore quasi sembra sentirlo sulla propria pelle. Secondo dopo secondo, il tragico epilogo si avvicina, fino ad arrivare al sacrificio supremo da parte di Ram, che alla fine si trasforma in un vero eroe che lotta epicamente per l’unica ragione di vita che gli rimane e che lo tiene in vita. Il film si conclude con un tono epico.

   The Wrestler è un film molto ben costruito: si è scelto di rappresentare in modo realistico le vicende del protagonista, come se si trattasse di un documentario. Le telecamere seguono sempre Rourke come se fossimo in un reality. Sempre al fine di rendere tutto realistico, anche i dialoghi dei personaggi rispecchiano la loro appartenenza al mondo dell’emarginazione sociale: non c’è romanticismo, nè poesia, nè filosofia. Solo la cruda realtà della vita e della solitudine umana. Il lavoro del regista quindi è stato superlativo.

   Ma da applausi è senza dubbio l’interpretazione di Rourke, con cui ha vinto il Leone d’oro a Venezia 2008. Un ruolo che è anche metafora della sua rinascita come attore di primo livello, dopo un periodo buio. Quindi la storia è in parte anche autobiografica, anche perché lo stesso attore ha alle spalle una carriera da pugile, ripresa con mille infortuni (i segni sono ancora evidenti sul suo volto) dopo essere diventato celebre come attore.

  Infine, vorrei menzionare anche la colonna sonora, composta non solo da canzoni di grandi gruppi rock degli anni ’80 (Ac/Dc, Guns’n’Roses-Rourke è molto amico di Axl Rose), ma anche da una straoridinaria ballata del grande Bruce Springsteen che accompagna i titoli di coda e idealmente anche il viaggio finale del protagonista.

  In conclusione, The Wreslter è uno dei migliori film del 2009, grazie al suo crudo realismo che penetra come un pugno nello stomaco dello spettatore, che non può non rimanere coinvolto emotivamente nella storia che vede rappresentata.

VOTO: votovotovotovotomezzo voto



(già pubblicato il 24/01/2010 su Mondoattuale)


2 commenti:

Chimy ha detto...

Bello il nuovo blog!

Afush ha detto...

Grazie Chimy!!!
Come vedi sono ancora in mezzo al trasloco... :D

Ho appena letto dove si trasferisce Cineroom...verrò presto a trovarti/trovarvi.

A presto!