Articolo già pubblicato su "ArtInTime" il 16 gennaio 2016.
La dipartita di David Bowie ha colto tutti di sorpresa, a pochi giorni dall’uscita del suo ultimo album Black Star, concomitante con il suo 69esimo compleanno. L’eredità lasciata dall’artista britannico è vastissima e spazia dalla musica al cinema.
Tra i record detenuti da David Bowie spicca anche quello per il numero di collaborazioni e duetti con cantanti del suo calibro, tra cui John Lennon (Fame, 1975), Mick Jagger (Dancing in the Street, 1985) e Freddie Mercury (Under Pressure, 1981).
La genesi di quest’ultima hit merita un approfondimento perché sancì l’unione artistica tra il Duca Bianco e la Regina, portando alla nascita una delle canzoni più preziose dei loro rispettivi repertori.
Come ha raccontato Brian May – chitarrista dei Queen – sul Daily Mirror lo scorso 11 gennaio, la creazione di Under Pressure avvenne velocemente grazie a un formidabile momento creativo. In quel lontano 1981 – dopo il successo di The Game, nel 1980, che aveva segnato la svolta “elettronica” della band aprendo la strada all’uso dei sintetizzatori – i Queen si trovavano in studio a Montreaux per registrare il nuovo album Hot Space, incentrato su atmosfere dance.
Un giorno Bowie andò in studio a trovare i Queen e di comune accordo decisero che il miglior modo per conoscersi meglio era suonare qualcosa insieme. Poco dopo, il gruppo convenne che l’incontro sarebbe rimasto memorabile solo se suggellato dalla creazione di una nuova canzone. Tutto iniziò da un riff di basso di John Deacon, il celebre: Ding-Ding-Ding Diddle Ing-Ding.
Dopo una pausa di qualche ora, i cinque tornarono in studio e Bowie chiese a Deacon di risuonare quella serie di sei note prima che andasse persa. Ora, il metodo di composizione dei Queen richiedeva di solito molto tempo ed era laborioso. Bowie lo stravolse completamente, suggerendo di affidarsi alla forza creativa del momento e all’improvvisazione.
Brian May gettò giù le note per la chitarra, mentre per la parte vocale Bowie propose a Freddie Mercury di incidere separatamente una propria linea melodica basandosi sulla traccia strumentale appena creata, rimanendo all’oscuro di cosa avrebbe fatto l’altro. Alle parole ci avrebbero pensato dopo. Il “duello” a distanza andò in scena a colpi di note e ne uscì fuori qualcosa di grandioso.
Il giorno seguente, Bowie arrivò presto in studio e buttò giù il testo della canzone. Il titolo venne cambiato da People on Streets a Under Pressure. Era nata una perla musicale di rara bellezza in cui si incontravano, sfidandosi, due voci agli antipodi tra loro: quella calda, potente e dal falsetto ineguagliabile di Freddie Mercury; quella fredda, metallica e tagliante di David Bowie.
Under Pressure uscì il 25 ottobre 1981 conquistando il primo posto nel Regno Unito e venne inclusa poi nell’album Hot Space dei Queen pubblicato nel maggio 1982, il loro peggiore lavoro che rischiò di spaccare la band e fece arrabbiare i fan della vecchia guardia abituati a sonorità più hard rock. Dalla pubblicazione come singolo, la canzone conquistò un posto fisso nella scaletta dei loro concerti. Durante i live, la parte di Bowie veniva interpretata molto bene dal batterista Roger Taylor che duettava con il suo frontman.
Il Duca Bianco e i Queen si sarebbero poi ritrovati insieme per il concerto-tributo a Mercury nel 1992 allo stadio di Wembley: quella fu l’unica esecuzione dal vivo del Duca Bianco che regalò un’interpretazione da brividi anche grazie al duetto con Annie Lennox.
Chissà come sarebbe stata magica una versione live della canzone assieme a Freddie. Purtroppo ci dobbiamo accontentare degli effetti speciali del videoclip uscito nel 2000 in occasione di un (brutto) remix della canzone, che rimane in ogni caso una milestone della storia del rock.