lunedì 1 ottobre 2018

Box office 2017 – 18: continua la disaffezione del pubblico italiano verso il cinema




Un’altra stagione cinematografica da dimenticare, almeno guardando le presenze in sala e gli incassi dei 100 film più visti nel periodo compreso tra il primo agosto 2017 e il 30 giugno 2018. È quanto emerge dai dati pubblicati da Cinetel che monitora il 90% delle sale italiane. Complessivamente sono stati staccati 83 milioni di biglietti, 8 milioni in meno rispetto all’anno precedente, in calo del 9%. Scende anche l’incasso complessivo, passando dai 587 milioni di euro della stagione cinematografica precedente agli attuali 541 milioni di euro, con una perdita netta di 46 milioni.

Nessun titolo ha raggiunto la soglia dei 20 milioni, evento accaduto prima di quest’anno solo una volta dall’introduzione dell’euro. Il film più visto è stato “Avengers: Infinity War” con un incasso vicino ai 19 milioni di euro.

Dopo l’anno horribilis 2016-2017 prosegue dunque in Italia la disaffezione del grande pubblico verso le sale cinematografiche. Le ragioni della crisi sono conosciute e ataviche: la concentrazione della produzione nazionale sul genere della commedia, film italiani con sceneggiature pessime, una distribuzione che concentra l’offerta in pochi periodi dell’anno - creando una cannibalizzazione tra pellicole dello stesso genere da un lato, il deserto in molti periodi della stagione dall’altro - e infine, il diffondersi di nuovi tipi di fruizione dei film grazie al dilagare di nuove piattaforme e tipologie di device.

Anche il cinema a stelle e strisce non se la passa bene in Italia. Pur occupando le prime nove posizioni della top 100, il cinema “made in USA” perde 14 milioni di spettatori rispetto all’anno precedente. In Italia i film americani di genere fantasy continuano a essere meno graditi rispetto al resto del mondo. Perdono posizione anche i film di animazione e quelli adatti rivolti a tutta la famiglia. Basti pensare che il capolavoro della Pixar “Coco” ha incassato da noi soltanto 11.306.632 di euro, piazzandosi all’ottavo posto tra i 100 film più visti della stagione.

Tra le sorprese spiccano “Assassinio sull’Orient Express” e “Jumanji – Benvenuti nella giungla” che hanno superato le aspettative in termini di incasso. Un piccolo drappello di film di qualità ha ottenuto un buon riscontro di pubblico: da “La forma dell’acqua” a “L’ora più buia”, da “Il filo nascosto” a “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”. Un segnale che conferma l’importanza della salvaguardia del cinema d’essai e delle sale specializzate in questo segmento di mercato.

Grandi produzioni di qualità come gli attesissimi “Dunkirk” di Cristopher Nolan, “Blade Runner 2049” di Denis Villeneuve e “The Post” di Steven Spielberg non hanno invece fatto registrare grandi numeri al botteghino, così come “Loro” di Paolo Sorrentino uscito in due parti, che complessivamente ha incassato soltanto 6.670.761 euro. Il pubblico italiano ha accolto malissimo anche l’ultima fatica di Woody Allen, “La ruota delle meraviglie”, piazzatosi alla 48esima posizione del box office 2017 – 18.  

Una delle poche note positive di quest’ultima stagione cinematografica proviene dal cinema italiano, che ha attratto oltre due milioni di spettatori in più rispetto all’anno precedente. Nessun titolo si è guadagnato la targa di film fenomeno, né ha varcato, per la prima volta, la soglia dei 10 milioni di euro di incasso. I due titoli più importanti per gradimento di pubblico sono stati “Come un gatto in tangenziale” e “A casa tutti bene”, piazzandosi rispettivamente al nono e al dodicesimo posto nella classifica dei film più visti dell’anno. Due commedie intelligenti che hanno attratto l’attenzione del grande pubblico. Tra le pellicole che hanno superato le attese, troviamo invece “Napoli velata” e i due documentari sull’arte “Loving Vincent” e “Caravaggio – L’anima e il sangue”.
Tramontata ormai l’epoca dei cinepanettoni, i film che escono durante il periodo natalizio non si confermano più campioni della stagione cinematografica. Indice questo che i gusti del pubblico stanno cambiando e occorre adattare l’offerta per intercettarli, come scrive Franco Montini sul numero di agosto di “Ciak”. 

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