Sinossi: Quattro storie si sviluppano in una calda estate romana, tra tradimenti,
illusioni amorose e desideri di successo.
Avevamo
lasciato Woody Allen con Midnight in
Paris, un lavoro positivo e brillante rispetto all’opera precedente Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, anche
se lontano dai capolavori che l’hanno reso celebre. L’ultimo film To Rome with Love delude molto e fa
temere che la verve creativa del cineasta americana stia per giungere al
capolinea.
Allen
sceglie di ambientare quattro episodi nella suggestiva cornice della città
eterna, dimostrando una chiara nostalgia per una Roma romantica di qualche
decennio fa di felliniana memoria. Due episodi ruotano intorno al tema dell’
amore: in quello in cui è protagonista Jack (Jesse Eisenberg), un giovane
studente di architettura si illude di poter conquistare il cuore di una giovane
attrice (Ellen Page) con fama di essere una seduttrice seriale. A nulla serviranno
gli ammonimenti di John (Alec Baldwin), un famoso architetto che rivede se
stesso in Jack. L’altra faccia della medaglia, ossia il tema del tradimento, è
invece raccontato dalla storia di una coppia bigotta di sposini di provincia che,
giunti a Roma, si faranno sedurre dalle attrazioni della grande città.
Gli altri
due episodi di To Rome with Love sono
accomunati dal tema dell’illusione del successo. Un famoso produttore discografico
americano (interpretato dallo stesso Woody
Allen), ossessionato dalla morte e dalla paura di andare in pensione, giunge
a Roma insieme alla moglie per conoscere il fidanzato della figlia. Qui scopre
il talento naturale del consuocero, un becchino, nel cantare opere liriche
sotto la doccia. Infine, un uomo qualsiasi (interpretato da Roberto Benigni),
finisce per diventare improvvisamente famoso senza nemmeno conoscerne il
motivo, per poi tornare nell’anonimato più assoluto.
Il film,
pieno di temi ricorrenti nella cinematografia del regista come l’amore e la
morte, sembra privo di vita e nessuno dei quattro episodi si contraddistingue
per originalità o per trovate comiche (nemmeno le battute dello stesso Allen danno
un po’ di brillantezza al film). Il regista sembra costruire quattro storie
utili solo a mostrare una Roma da cartolina, lontanissima dalla realtà (nessun
cenno alla crisi che stiamo vivendo o alla situazione politica del nostro
Paese). Un altro difetto è il fatto di rappresentare i personaggi italiani con
tutti gli stereotipi possibili e immaginabili: dalla bigotteria di una coppia
di provincia all’uomo latino seduttore, dalla passione per il buon cibo a
quella per l’opera lirica.
VOTO:
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