Sinossi: Texas, inizio anni ’80. Un reduce del Vietnam di nome Llewelyn Moss (Josh Brolin) trova in una zona desertica una valigetta con due milioni di dollari, abbandonata in mezzo ai resti di diversi uomini e automezzi. Il suo ritrovamento innesca una reazione a catena all’insegna della violenza: Anton Chigurh (Javier Bardem), un killer psicopatico nichilista, gli darà la caccia, mietendo numerose vittime sulla sua strada. Nella vicenda viene coinvolto anche lo sceriffo Bell (Tommy Lee Jones), disilluso e vicino alla pensione.
I Coen rivisitano il genere western (e non solo) facendo un film postmoderno ricco di significati simbolici, basato sull'omonimo romanzo di Cormac McCarthy. I tre personaggi principali - lo sceriffo Ed Tom Bell, il killer psicopatico Anton Chigurh e l’avido Llewelyn Moss – incarnano tutti qualcosa, portando la storia su una dimensione a tratti metafisica.
Lo sceriffo è l’antieroe coeniano per antonomasia, che viene scaraventato in una girandola di eventi sanguinosi che sembra non avere fine. Cinico e guardiano di un’etica ormai smarrita, Ed Tom Bell sembra essere consapevolmente impotente di fronte a una società sempre più corrosa nei suoi valori basilari (si pensi alla scena in cui dei ragazzini vendono a caro prezzo una giacca a Moss, ferito e in fuga). Se nei western classici spesso la Legge riusciva ad avere la meglio sui criminali, qui invece non riesce a fermare il Male, incarnato da uno straordinario Javier Bardem nei panni di un killer, nichilista e spietato, con cui non si può scendere a patti.
Il personaggio di Moss, infine, si colloca tra questi due antipodi morali: è un reduce del Vietnam disadattato seppur onesto che a suo modo viola le regole pur di arricchirsi con dei soldi sporchi di sangue trovati casualmente. Le sue scelte, mosse da avidità ed egoismo (due temi molto ricorrenti nella filmografia dei Coen) provocheranno solo altro male, innescando l’infinita e sanguinosa caccia di Chigurh.
Premiato nel 2008 con quattro Oscar (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista) “Non è un paese per vecchi” è un film intenso, crudo e denso di significati, impregnato da una visione pessimista verso la società contemporanea priva di valori autentici. La pellicola si colloca sicuramente tra le opere più riuscite nella filmografia dei fratelli Coen.