Prendendo spunto dalla celeberrima
storia di Faust di Goethe, il film racconta la storia di un uomo immortale, il dottor
Parnassus (un ottimo Cristopher Plummer), che decide di vendere la propria immortalità
in cambio dell’amore e della giovinezza. Amante delle scommesse ne perde una con
il diavolo: deve cedere l’anima di sua figlia Valentina (interpretata dalla
bellissima Lily Cole) una volta che questa compia i 16 anni. Nel tentativo di
salvarla dalla dannazione eterna, Parnassus troverà un alleato in Tony (Heath
Ledger), un uomo misterioso su cui il
diavolo non riesce ad avere la meglio.
Bella la parte in cui si dice che
senza storie non si ricorda niente del passato; potremmo dire, allargando questo
concetto, che senza memoria storica l’umanità perderebbe il senso del suo
cammino.
L’ultimo film dell’istrionico regista
Terry Gilliam è l’apoteosi della forza dell’immaginazione messa al servizio del
Cinema. Gilliam è capace di trasportare il pubblico in mondi sempre nuovi, a
cui si approda passando dallo specchio magico del Dottor Parnassus. Lo specchio
separa il mondo del reale (una squallida Londra contemporanea) da quello della
fantasia, in cui i desideri delle persone prendono vita. Simboleggia anche la
separazione tra il pubblico-spettatore che assiste alla storia e al film dal
mondo creato dalla storia stessa e dal Cinema, capace di trasformare l’irreale
in reale.
All’interno dello specchio-mondo è
però costantemente in agguato il Diavolo-Mr Dick, interpretato da un
eccezionale Tom Waits, assetato di anime e sempre voglioso di fare scommesse
con il fragile e superbo Parnassus. Il Diavolo è qui rappresentato come un uomo
di affari ottocentesco, con la bombetta, il sigaro e il bastone.
Gilliam è uno dei registi più capaci a
utilizzare appieno le potenzialità del Cinema, provenendo dal mondo
dell’animazione. In questo può essere accostato all’eccezionale cineasta e
disegnatore Tim Burton, che ci ha regalato negli ultimi venti anni tante opere
straordinarie.
Il film risente inevitabilmente della
prematura scomparsa del protagonista Heth Ledger; ma i tre attori suoi amici
che l’hanno sostituito nella parte finale del film (Jhonny Depp, Colin Farrel e
Jude Law) sono all’altezza della situazione, anche se non sapremo mai come
sarebbe venuto il film senza il tragico episodio accaduto a Ledger. É stato
però originale e a mio avviso azzecata la trovata di far cambiare volto al
protagonista per sostituire Ledger con il pretesto di rappresentare ogni volta
un lato, una faccia, della sua personalità. La parte finale del film risulta
purtroppo un po’ troppo confusionaria: è facile che lo spettatore si senta disorientato
(come a bordo di un roller coaster),
colpito da un uragano di immagini che si susseguono rapidamente. Infatti, nella
seconda metà del film, ogni volta che si entra nello specchio, comincia
sostanzialmente un nuovo film, con una storia nella storia, che può far
smarrire il senso della narrazione principale. Ma non è un male farsi
trasportare dalle straordinarie immagini create da Gilliam: scale altissime che
sfiorano le nuvole (simboli di una voglia di evasione dal mondo e dalla realtà),
mongolfiere, paesaggi ameni.
Un film visivo da assaporare
pienamente, come uno spettacolo pirotecnico, gustandosi i favolosi mondi creati
dalla feconda fantasia di Gilliam e riprodotti dal Cinema, che è una immensa
cornucopia in cui si realizzano i sogni degli spettatori.
(già pubblicato il 22/11/2009 su Mondoattuale)
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