sabato 28 gennaio 2012

USA contro John Lennon


Per quale motivo una rock star del calibro di John Lennon venne perseguitata dall’Fbi e dall’establishment americano, nel tentativo di espellerlo dagli Usa dopo il suo trasferimento a New York nel 1971?

I cineasti David Leaf e John Scheinfeld hanno cercato di ricostruire questa storia “segreta” attraverso un bellissimo documentario, presentato alla 63esima Mostra di Venezia e uscito in Italia nel giugno 2007, alla luce anche del lavoro svolto dal prof. John Wiener che ha portato alla pubblicazione dei documenti segreti dell’Fbi sul caso John Lennon. Ci sono voluti 23 anni di battaglie legali per il rilascio completo del dossier, coperto a lungo dal segreto per motivi di sicurezza nazionale. Questa vittoria giudiziaria, basata sul Foia (legge che dà il diritto ad ogni cittadino americano di far rilasciare agli enti pubblici tutti i documenti in possesso non coperti da segreto), la dice lunga sulle differenze tra il sistema giudiziario americano e quello italiano.

Tornando all’opera di Leaf e Schienfeld possiamo dire che, attraverso un uso superlativo del montaggio di interviste dei protagonisti di quegli anni (da Joko Ono a John Sinclair, da Bobby Seale ad Angela Davis) con gli spezzoni d’epoca, accompagnati dall’eccezionale colonna sonora composta dalle hit più politiche di John Lennon, si sia ottenuto un lavoro pregiato. Infatti, spiegando la persecuzione subita da John Lennon da parte dell’establishment americano tra il 1971 e il 1976, quando la musica rock appariva una forza politica reale in grado di ostacolare i piani della Casa Bianca (del Presidente Nixon in particolare), soprattutto in relazione alla guerra del Vietnam, si riesce a ricostruire tutta l’atmosfera di quegli anni intensi, quando si credeva veramente di cambiare il mondo, attraverso l’attivismo politico, l’arte e la musica.

John Lennon era in sintesi un utopista (si pensi alla canzone Imagine), che mise a disposizione la propria immagine e le proprie risorse al servizio della pace. Pensava che non si potesse vivere quei tempi senza prendere una posizione, specialmente vivendo negli Usa che continuavano a combattere in Vietnam. Ma non aveva fatto i conti con l’Amministrazione Nixon, intollerante verso la contestazione, il pacifismo e la diversità. Lennon, un comunicatore totale, si stava ergendo a leader del movimento pacifista, legandosi anche a molti personaggi della contestazione: dalle Pantere Nere agli attivisti radicali della New Left. A Washington si architettò così un piano per convincere l’ex Beatle a tornare in Gran Bretagna, aggrappandosi anche a una vecchia condanna in patria per uso di stupefacenti. Lennon però vinse anche questa battaglia: fece causa all’Ins (l’ente per l’immigrazione) e allo stesso Consigliere alla Giustizia John Mitchell (implicato nel caso Watergate). Si scoprì così  che pur di espellerlo si erano compiuti degli illeciti.

La persecuzione esasperata contro Lennon produsse però un epilogo drammatico, seppur a distanza di alcuni anni. A 40 anni, uno degli artisti più anticonformisti e geniali del nostro tempo, venne ucciso davanti a casa con cinque colpi di pistola sparati da un certo Chapman. Un uomo che aveva parlato di pace se ne andava per morte violenta, lasciando un buco insanabile nel mondo artistico e dell’attivismo per la pace.

VOTO: 


(già pubblicato il 26/07/2010 su Mondoattuale)

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