domenica 29 maggio 2016

Café Society: l’ultimo film di Woody Allen

Café Society, il 47esimo lavoro di quel genio chiamato Woody Allen, ha aperto fuori concorso la 69esima edizione del Festival di Cannes, suscitando riscontri positivi dalla critica.

La storia è ambientata nei magici anni Trenta, tanto cari al regista newyorchese, visti come un’ “età dell’oro” al tramonto: il divismo di Hollywood, la musica jazz, ma anche l’avvicinarsi degli anni cupi della Grande Depressione.

Il film racconta la storia di Bobby (Jesse Eisenberg), giovane d’origine ebraica che lascia la Grande Mela per recarsi a Los Angeles dallo zio produttore di Hollywood (Steve Carell). Tenta la carriera nel mondo nel cinema, non ottenendo il successo sperato, ma riesce a trovare l’amore grazie a Vonnie (Kristen Stewart). Bobby desidera sposarla e tornare a New York, ma Vonnie all’ultimo momento decide di sposare lo zio, di cui era già l’amante. Il ragazzo torna quindi a casa dove inizia a gestire il locale del fratello e mette su famiglia. Tempo dopo rincontrerà Vonnie, e nulla sembrerà cambiato dal loro ultimo incontro.

Allen, con questo suo primo film girato in digitale, riflette sul mondo cinico di Hollywood, oggi come ieri:

"Hollywood, come qualsiasi ambiente, è competitivo, tutti spingono per arrivare in cima alla piramide. Questo succede quando la gente non realizza film perché non può farne a meno, spinta da un’esigenza irrefrenabile, ma lo fa per intrattenere e fare soldi. Non è una brutta cosa, ma è differente”.

Come in tutte le opere di Allen, anche per questa è stata dedicata grande attenzione alla fotografia, affidata al maestro Vittorio Storaro.

Il film è nato come un libro, raccontato dalla voce fuori campo dello stesso regista.

Allen ha scherzato in conferenza stampa sulla sua longevità e sulla sua capacità di sfornare un film all’anno, rassicurando che non ha nessuna intenzione di andare in pensione:

“Ho 80 anni? Non ci credo. Semplicemente mangio bene, faccio esercizio, e ho vinto a tombola, visto che vengo da una famiglia, dei genitori, che sono vissuti anche fino a 100 anni. Mi sento giovanile, sapete, anche se so che una notte mi sveglierò e mi prenderà un colpo, e finirò sulla sedia a rotelle e mi additeranno dicendo, ‘ma ti ricordi chi è? Woody Allen, era un regista’. Fino a quel momento rassegnatevi, continuerò a fare film fino a che ci sarà gente così folle da darmi i soldi per farli”.

In attesa di conoscere la data di uscita italiana di “Cafè Society”, non ci resta che accontentarci guardando il trailer ufficiale.




Nessun commento: