Analizzando i 50 maggiori incassi della stagione cinematografica 2016-2017 (fonte: Cinetel) si nota come il cinema italiano sia sparito completamente dal box office. Non era mai accaduto che tra i primi dieci incassi non figurasse una pellicola italiana. Nella stagione precedente, invece, Quo vado? di Checco Zalone era riuscito a raggiungere l’incasso record di 65 milioni di euro, salvando quasi da solo la quota di mercato del nostro cinema, crollata in quest’ultima stagione dal 60 al 18,5%: la peggiore performance degli ultimi dieci anni. La crisi della produzione nazionale è evidenziata anche da un altro dato, quello dei biglietti venduti, passati da 31,3 a 17,6 milioni di euro, quasi la metà della stagione precedente.
Una crisi che rischia di diventare cronica e che nasce da lontano. In primis dall’insistenza della produzione nazionale su certi generi commerciali – in particolare la commedia tendente al comico o al demenziale e i cinepanettoni – e sull’impiego degli stessi attori noti. Non a caso la top 3 dei film italiani per incasso è completamente costituita da commedie interpretate da celebri attori comici: Mister Felicità (13esimo posto con 10.164.635 euro), Poveri ma ricchi (21esimo posto con 6.832.893 euro) e Natale a Londra – Dio salvi la Regina (36esimo posto con 4.320.977 euro).
Un altro trend negativo, che non fa bene al cinema nazionale, riguarda la scarsa qualità della scrittura di film commerciali, che spesso ruotano intorno a storie banali con pochi approfondimenti dei personaggi. Bisognerebbe sostenere di più il cinema italiano d’autore e i giovani registi, perché senza idee originali non può avere un futuro longevo tutto il comparto.
Non va infine dimenticato, tra le cause di questa crisi, anche l’atavico vizio delle scelta distributiva nazionale che concentra l’offerta in pochi mesi all’anno, creando una cannibalizzazione tra pellicole dello stesso genere da un lato, il deserto in molti periodi della stagione dall’altro.
Al di là della performance negativa della produzione nazionale, nell’ultima stagione ci sono stati complessivamente meno spettatori rispetto all’anno precedente: 95 milioni di biglietti contro i 104 milioni e mezzo. Indice questo che la gente va sempre meno in sala e preferisce vedere i film via streaming o scaricandoli dal web. Come rimedio occorrerebbe una maggiore educazione al cinema fin dalla scuola.
Se il cinema italiano affonda, guadagna quota di mercato quello americano, passando dal 55,5 al 64,5%. Tra i dieci maggiori incassi dell’ultima stagione, tutti di matrice anglosassone, nove posizioni sono occupate da pellicole made in USA e il cinema d’animazione la fa da padrone. Al primo posto del box office si piazza La Bella e la Bestia, con un incasso di 20.472.705 milioni di euro. Quasi una metafora del confronto tra la produzione cinematografica americana e quella nazionale: la bella e la bestia appunto.
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