lunedì 30 gennaio 2012

The Eagle: l'aquila che non vola

Trama

Il simpatico Panda Po, ormai diventato il Guerriero Dragone, deve proteggere la Valle della Pace, aiutato dai cinque amici Cicloni (Tigre, Vipera, Scimmia, Gru e Mantide). La nuova minaccia si chiama Lord Shen, un crudele pavone bianco che vuole conquistare la Cina con un’arma micidiale. Po, incaricato di fermare Shen, scoprirà poco alla volta le sue vere origini…




Il film diretto da Kevin Macdonald, basato sul celebre romanzo L’Aquila della ix Legione scritto da Rosemary Sutcliff (1954), comincia male, continua peggio e finisce nel peggiore dei modi. Non sto parlando della storia del protagonista Marco Aquila (interpretato da uno Channing Tatum fuori ruolo), ma del film nel suo complesso.

Cominciamo dalla linea narrativa, che scorre in modo troppo lineare e prevedibile. La storia si consuma tutta in due viaggi compiuti dal protagonista e dallo schiavo Esca: uno di andata al di là dei confini dell’impero romano alla ricerca della verità sulla scomparsa della ix Legione, nella terra abitata dai Caledoni, una tribù della popolazione dei Pitti; l’altro di ritorno verso la terra “civilizzata” dai Romani. A parte qualche flashback onirico, tutta la narrazione si svolge secondo i canoni classici hollywoodiani, regalando poche sorprese allo spettatore, incluso il finale che sarà un happy ending.

Ma i difetti di The Eagle non finiscono qui. Tutta la pellicola si mantiene su un ritmo molto basso e, per essere etichettato come un film d’azione e in costume, è davvero paradossale. La colonna sonora non aiuta certo ad alzare l’andatura del film in quanto ricopre un ruolo del tutto marginale. Possiamo tranquillamente definirla un “rumore di sottofondo” visto che non dà mai espressività alle inquadrature che dovrebbe invece sostenere e animare.

Anche i dialoghi sono pessimi: banali e superficiali non affrontano mai argomenti filosofici, psicologici o antropologici. Eppure la storia offrirebbe qualche spunto in proposito, come per esempio l’importanza dell’onore nella società romana, visto che la leggenda narra che i discendenti dei soldati della Nona avevano perso il rispetto dei propri concittadini solo per il sospetto di aver perso l’aquila imperiale.

Anche la regia lascia molto a desiderare: i movimenti di macchina sono molto discutibili. Da segnalare anche molte incongruenze storiche e logiche a dir poco grossolane: come fa un manipolo di reduci romani invecchiati per vent’anni nei boschi della Scozia a resistere a un’intera tribù di giovani Caledoni? Perché Marco Aquila ed Esca hanno sempre la barba ben rasata mentre percorrono decine di kilometri nei boschi delle Highlands per giorni interi? Infine, nell’ultima sequenza del film la macchina da presa inquadra degli stivali (con suola in gomma!) indossati dai due personaggi principali. Un errore storico davvero abnorme se consideriamo che la storia si svolge nel II secolo D.C. e gli stivali diventeranno di moda solo nel Medioevo!

In conclusione The Eagle è un film che delude molto e non regala nessuna emozione allo spettatore. Eppure la celebre leggenda sulla scomparsa della ix Legione offriva degli spunti interessanti per costruire una bella sceneggiatura. C’era davvero bisogno dell’ennesima  pessima “americanata” ambientata all’epoca dell’impero romano? 

VOTO: 


(già pubblicato il 9/10/2011 su Mondoattuale)


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