domenica 27 gennaio 2013

La migliore offerta


Sinossi: Virgil Oldman è un famoso battitore d’aste, solitario e collezionista di ritratti femminili. Un giorno viene contattato da una misteriosa cliente che soffre di una grave malattia: sarà l’inizio di una tempesta che gli sconvolgerà la vita…



Giuseppe Tornatore torna dietro la macchina da presa per dirigere “La migliore offerta”, un melodramma con elementi tipici del thriller psicologico. Infatti, svelate le apparenze, ci troviamo di fronte a un thriller a tinte metafisiche che il regista siciliano ha già dimostrato di saper maneggiare con il bellissimo “Una pura formalità”. I personaggi che compaiono nella storia sono pochi ma essenziali per lo svolgimento della storia. Tra tutti spicca il protagonista Virgil Oldman, magistralmente interpretato dal grande Geoffry Rush. Un ruolo non facile il suo, perché soggetto a una lenta ma inesorabile metamorfosi: da solitario e misogino esperto d’arte ad amante di una donna reale – prima a livello platonico, poi anche fisicamente - di cui conosce inizialmente solo la voce, per poi finire in una condizione di miseria e di solitudine esistenziale. Meno convincente la performance della semisconosciuta Sylvia Hoeks nei panni dell’agorafobica Claire: per lunghi tratti del film risulta essere troppo rigida e avere poca presenza scenica (contrasto ancor più evidente di fronte a un Geoffry Rush in grandissima forma).

Tutta la storia ideata dallo stesso Tornatore ruota intorno al rapporto dialettico tra il concetto di falso e di autentico. Come nell’arte esistono opere false e opere autentiche, così anche nei rapporti umani esistono quelli veri e quelli finti. E proprio il protagonista, un estimato battitore d’aste misogino che smaschera facilmente le opere non autentiche e colma la sua solitudine circondandosi a casa di ritratti femminili, è il soggetto ideale per venire coinvolto in una storia in cui ciò che sembra autentico, ossia l’amore di Claire, si rivelerà il peggiore degli inganni.

La bellezza del film risiede essenzialmente nella magnifica interpretazione di Geoffry Rush che ha saputo offrire un grande prova di attore (si meritava l’ennesima nomination agli Oscar) come se si trattasse di una pièce teatrale. Un altro punto di forza de “La migliore offerta” è la colonna sonora, ancora una volta diretta dal maestro Ennio Morricone, storico collaboratore di Tornatore. È grazie a lui se questo film assume a tratti i contorni tipici del thriller. Il film purtroppo non brilla sul piano della sceneggiatura: comincia a perdere colpi nella seconda parte e crolla completamente nel finale, che risulta caotico e in antitesi con la raffinatezza del resto della pellicola. Avrebbe giovato, forse, terminare il film un po’ prima, al momento dello svelamento della “truffa”.

In conclusione, soppesando gli aspetti positivi con quelli negativi di questa prova d’autore, possiamo parlare di un buon film che tuttavia non riesce a portare a compimento completamente le ambizioni (forse troppo alte) di Tornatore.

VOTO:  



2 commenti:

Giampaolo ha detto...

Anche secondo me nella seconda parte perde colpi....
e poi il tizio riparatore che si mette d'accordo con lei, bah mi sembra una forzatura.....
la sceneggiatura l'ho trovata troppo forzata e francamente le riflessioni sul dualismo vero/falso non mi sono passate neanche per l'anticamera del cervello. Un film raffinato, recitato bene dal protagonista ma nulla più....
per me al massimo 6!
Buona serata!

Alessandro G. Fuso ha detto...

La sceneggiatura, infatti, è il tallone d'Achille di questo film: ci sono troppe lacune.
Sono stato più buono nel giudizio complessivo grazie soprattutto alle musiche di Morricone ;)

Grazie per essere passato!
A presto!