L’ultimo film della
Dreamworks non passerà alla storia come un capolavoro, ma segna invece l’inizio
dell’era del 3D. Infatti Mostri contro
alieni è il primo lungometraggio animato pensato in 3D in ogni parte della
sua lavorazione, con risulatati visivi davvero eccezionali. Ma al di là di
questa innovativa qualità tecnica, il film diretto da Rob Letterman (Shark Tale)
e Conrad Vernon (Shrek II) non si merita lodi particolari,
nè per la trama (banale e poco originale), nè per i personaggi (piatti che più
piatti non si può!).
Come detto, la storia
narrata è molto semplice. Mentre si sta per sposare, una ragazza californiana
di nome Susan Murphy viene colpita da un meteorite contenente una sostanza
simile alla criptonite di Superman e comincia a ingigantirsi. Intervengono
allora le forza armate e conducono Susan, ribattezzata ora Ginormica, nella
base segreta dell’area 51. Qui incontra altri esseri mostruosi: il Dr.
Scarafaggio, il mezzo pesce-mezzo scimmia Anello Mancante, il gelatinoso B.O.B.
e una larva-dinosauro chiamata Insettosauro. Questo team di mostri è chiamato
dal governo degli Stati Uniti a difendere la Terra da un’invasione aliena
comandata da Gallaxhar, interessato alla sostanza miracolosa contenuta nel
meteorite caduto sulla Terra. La trama non presenta nessun colpo di scena;
tutto è prevedibile fino all’immancabile happy ending.
La scena più riuscita è
forse quella in cui il Presidente degli Stati Uniti, facendo l’eroe, vuole
fronteggiare da solo il robot alieno. Da sottolineare le numerose e forse eccessive
citazioni: E.T., Alice nel paese delle meraviglie (quando Susan comincia a
crescere in chiesa fino a sbattere sul soffitto), Gulliver e Star Wars. Forse
si è pensato di costrire la trama facendo copia-incolla da altre storie ben più
elaborate.
In conclusione, questo
film va visto solo per sperimentare il 3D: forse Mostri contro alieni è stato concepito proprio come una sorta di
prova generale per avviare definitivamente l’era del 3D. Sconsiglio di vederlo
nel formato normale: senza occhialini non ne vale la pena. Comunque il 3D
promette bene: offre maggiori possibilità di movimento nello spazio dei
personaggi e degli oggetti, disposti su livelli successivi di profondità. Tutto
sembra muoversi verso lo spettatore o addirittura uscire fuori dallo schermo
(bella la scena iniziale in cui una pallina sembra andare in faccia al
pubblico): il divertimento è assicurato e il 3D offre orizzonti ancora
inesplorati nel campo dell’entertainment.
Il futuro è già presente.
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